Every obstacle is an opportunity to become stronger

Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa

 In life, every obstacle can be an opportunity to become stronger. During our existence we are all bound to encounter difficulties, challenges and obstacles. Sometimes these moments may seem insurmountable, leaving us with a sense of discouragement. However, if we change our perspective, we can see that obstacles are nothing more than hidden opportunities, disguised opportunities that allow us to grow and become stronger.
 
Each difficulty offers us the chance to discover something new about ourselves, to learn valuable lessons that will help us overcome future challenges. When we face a difficult situation, we are called to test our resilience. Instead of succumbing to frustration or fear, we can choose to face the obstacle as an opportunity to develop new skills, improve our self-esteem and prove to ourselves that we are capable of overcoming even the darkest moments.
 
We think of difficulties like the weights we lift at the gym. They may seem too heavy at first, but with practice and determination, our muscles grow and become stronger. The same principle applies to our mind and spirit: the more we train ourselves to handle obstacles, the more we become able to deal with them calmly and confidently.
 
This does not mean that we should always be positive or avoid feeling negative emotions. It is natural to feel frustration, fear or sadness when we are faced with a problem. But the difference lies in how we choose to react. We can choose to get stuck in suffering, or we can accept our emotions and use them as an engine to move forward. Positive thinking is not denial of reality, but a conscious choice to see the best side of situations, even the most difficult ones.
 
Every time we overcome an obstacle, we not only come out stronger, but we enrich our life experience. Looking back, we realize that those very difficult moments taught us the most important lessons. Challenges are often what bring out the best in us, bring out inner resources we didn't know we had.
 
Moreover, overcoming difficulties has a domino effect. When we can turn an obstacle into an opportunity, we also inspire those around us. Others observe our path and can find in it the strength to face their own obstacles. In this way, our personal growth becomes a tool of encouragement for others, creating a virtuous circle of positivity and resilience.
 
The truth is that we cannot control everything that happens in life, but we can always control our response to what happens to us. This awareness gives us tremendous power: the power to turn even the most difficult situations into opportunities to improve ourselves. When we adopt this mindset, every obstacle we encounter becomes an important step on our path to growth.
 
The people we consider the strongest and most inspiring are often those who have faced the toughest trials. They have experienced failure, loss or disappointment, but they have not let it get them down. They have found within themselves the ability to pick themselves up, to move forward, and in doing so, have reached heights of success and achievement that would otherwise have remained unattainable.
 
So the next time you are faced with an obstacle, ask yourself, “What can I learn from this situation? How can I use it to grow?” This simple question can turn a setback into an opportunity. When we stop seeing obstacles as enemies and start seeing them as masters, life changes completely.
 
After all, the secret is not to avoid obstacles, but to learn to welcome them as an integral part of our journey. Every challenge faced with courage and determination brings us closer to the best version of ourselves. We should not be afraid to fail or encounter difficulties. It is precisely those moments that allow us to grow, evolve and reach a deeper understanding of who we are and what we are capable of doing.
 
Remember: every obstacle is an opportunity to become stronger. Every challenge you face makes you better prepared for the next one. And in time, you will realize that true success is not the absence of difficulties, but the ability to overcome them with confidence and determination. The strength we gain along the way will lead us to achieve our goals, live fuller lives, and inspire others to do the same.
 
In the books in the Sempreunagioia series, written by us, they address these issues simply and lightly. They are not psychoanalysts, but two ordinary people who, through a long journey, have achieved a life they consider peaceful and fulfilling. Our books always seek new avenues of communication, as in the latest E Book, In Search of Epicurus, where we have chosen the innovative formula of photo comics. An original and engaging reading experience, combining images and reflections to inspire anyone to find their happiness.

Sempreunagioia

Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 14 luglio 2025
Viviamo in un’epoca che sembra celebrare la velocità, la produttività e l’efficienza come valori assoluti. “Devi dare il massimo”, “devi migliorarti”, “devi essere il migliore”: queste sono le frasi che risuonano dentro di noi fin dall’infanzia, e che poi si fanno eco nella nostra mente ogni giorno. Una voce sottile, ma insistente, che ci accompagna ovunque: al lavoro, nelle relazioni, persino quando scorriamo distrattamente un social network, sommersi da immagini di vite perfette, successi smaglianti, sorrisi impeccabili. Questo senso di dover sempre essere all’altezza ci porta spesso a sentirci inadeguati, perché non riusciamo a mantenere quel ritmo serrato e quel livello di eccellenza che la società – e a volte anche noi stessi – pretendono. Così finiamo col credere che valiamo solo quando siamo al top, quando raggiungiamo gli obiettivi, quando non commettiamo errori. La verità, però, è un’altra: la vita vera non è un palcoscenico su cui recitare la parte del perfetto, né una gara in cui arrivare primi a tutti i costi. La vita è fatta anche di giornate storte, di stanchezze, di dubbi e incertezze. È fatta di momenti in cui ci sentiamo fragili, di cadute e di risalite. Momenti in cui semplicemente non ce la facciamo. E va bene così. Anzi, va bene proprio così. La filosofia Sempreunagioia ci insegna a riscoprire la bellezza profonda dell’imper-fezione. È proprio nella crepa, in quella piccola frattura che a prima vista può sembrare un difetto, che entra la luce. È lì che nasce una gioia diversa, più autentica, più profonda e soprattutto più nostra. Perché la perfezione è un ideale astratto e irraggiungibile, mentre l’imperfezione ci rende umani, ci rende veri. Non essere sempre all’altezza non è una colpa o una mancanza, ma una condizione naturale. Nessun fiore fiorisce tutto l’anno; nessuna onda del mare è sempre alta; nessun cuore può battere incessantemente al massimo ritmo senza prendersi una pausa. Riconoscere i propri limiti, accogliere la propria vulnerabilità, è un atto di coraggio e di amore verso se stessi. È un modo per dirsi che va bene non essere perfetti, che va bene essere anche un po’ stanchi, un po’ insicuri, un po’ lontani dai propri standard abituali. In una società che ci vuole sempre vincenti, sempre efficienti, mostrarsi autentici e fragili è un vero atto di ribellione. Dire a se stessi – e magari anche agli altri – “oggi non ho tutte le risposte, ma ci sono”, oppure “oggi non sono al massimo, ma sono qui, con tutto me stesso”, è una forma altissima di dignità e di libertà. È un modo di essere che ci permette di vivere in modo più leggero, meno affannato, più in sintonia con i nostri ritmi e bisogni profondi. La gioia vera, quella che riempie il cuore e ci fa sentire vivi, non ha bisogno di performance. Non ha bisogno di maschere o di vittorie apparenti. Fiorisce nei piccoli gesti di gentilezza verso se stessi, nelle parole di conforto che ci diciamo, nel permesso che ci diamo di rallentare, di sbagliare, di non essere perfetti. Spesso è proprio nei giorni in cui ci sentiamo più fragili che impariamo le lezioni più importanti: impariamo che possiamo farci compagnia anche senza dover brillare, che possiamo essere amati anche nei nostri silenzi, che possiamo vivere pienamente anche quando non siamo al nostro meglio. Accettare la propria imperfezione significa tornare alla semplicità della vita, a quella bellezza spontanea che non ha bisogno di filtri o di apparenze. Significa imparare a godere di un abbraccio, di un momento di quiete, di una risata leggera anche quando tutto sembra complicato. È riconoscere che il valore di una persona non si misura in base a ciò che fa o produce, ma semplicemente per il fatto che esiste, con tutte le sue sfumature. Forse la vera felicità non si conquista con uno slancio perfetto, ma si scopre nel cammino, nei momenti in cui inciampiamo e ci rialziamo con un sorriso. Forse la gioia più autentica nasce proprio nei giorni in cui ci sentiamo “meno”... e invece ci permettiamo di essere di più. Di più in ascolto, di più in connessione, di più in verità con noi stessi e con gli altri. E se non essere “sempre all’altezza” fosse proprio il modo più vero per ritrovare il contatto con la vita? Quando smettiamo di inseguire un ideale irraggiungibile, iniziamo finalmente a guardarci con occhi nuovi: occhi che non misurano o giudicano, ma accolgono e comprendono. Occhi che si commuovono di fronte alla nostra umanità. C’è una libertà nuova che si apre quando lasciamo cadere le maschere e restiamo nudi di fronte a noi stessi. E proprio lì, dove ci sentivamo “insufficienti”, scopriamo la possibilità di una tenerezza diversa, che non premia per i risultati, ma ci abbraccia semplicemente perché esistiamo. Non c’è niente da dimostrare, nessun punteggio da raggiungere. Solo un’esistenza da vivere, un passo alla volta, con tutta la nostra imperfezione luminosa. E allora sì, possiamo dire che non essere sempre all’altezza è un dono. Un dono che ci permette di toccare la vita con più leggerezza, con più dolcezza, con più grazia. E soprattutto… con più gioia.
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 14 luglio 2025
We live in a time that seems to glorify speed, productivity, and efficiency as ultimate values. “You have to give your best,” “You need to improve,” “You must be the best”... These are the messages we’ve heard since childhood, and they continue to echo in our minds every single day. A subtle but persistent voice follows us everywhere — at work, in our relationships, even as we scroll absentmindedly through social media, flooded with images of perfect lives, dazzling achievements, flawless smiles.This constant pressure to “measure up” often leaves us feeling inadequate. Because we can’t keep up with that relentless pace, with that constant standard of excellence that society — and often we ourselves — demand. So we start to believe that we’re only worthy when we’re at our best, when we hit our goals, when we don’t make mistakes. But the truth is something else entirely: Real life is not a stage for performing perfection. It’s not a race we must always win. It’s not a résumé to be constantly filled with success. Life includes off days, exhaustion, doubt, and uncertainty. It includes moments when we feel fragile, when we fall, and when we get back up again. Moments when… we simply can’t do it. And that’s okay. In fact, that’s exactly how it’s meant to be. The Sempreunagioia philosophy invites us to rediscover the deep beauty of imperfection. Because it is in the crack that the light comes through. It’s right where we feel dimmed that a new kind of joy is born — more authentic, more human, more truly ours. Not always being at our best isn’t a fault or a failure — it’s a natural part of being alive. No flower blooms all year long. No wave stays high forever. No heart can beat at full speed without rest. Recognizing our limits and embracing our vulnerability is an act of love and courage. It’s a way of telling ourselves: “It’s okay not to be perfect.” “It’s okay to be tired.” “It’s okay to fall short sometimes.” In a society that expects us to always be winners, always be strong and efficient, being real — and yes, even fragile — is a radical act. To say: “Today I don’t have all the answers, but I’m here.” Or: “I’m not at my best, but I’m present with my whole self.” That is a quiet kind of dignity. A powerful kind of freedom. True joy — the kind that fills the heart and makes us feel alive — doesn’t depend on performance. It doesn’t need masks or fake victories. It blossoms in small acts of kindness toward ourselves, in the comforting words we whisper within, in the permission we give ourselves to slow down, to make mistakes, to simply be. Often, it’s in the days when we feel weakest that we learn the most important lessons: That we can keep ourselves company even without shining. That we can be loved even in our silence. That we can live fully even when we’re not at our best.To accept our imperfection is to return to life’s simplicity, to that spontaneous beauty that needs no filter and no disguise. It’s to enjoy a hug, a moment of stillness, a quiet laugh — even when everything seems complicated. It’s to recognize that a person’s value is not defined by what they do or produce, but simply by their presence — by the fact that they are here, as they are. Maybe real happiness doesn’t come from a perfect leap forward. Maybe it’s found in the journey — in the moments when we stumble and get back up, smiling. Maybe the most genuine joy is born in the very days we feel like “less”… but choose to allow ourselves to be “more.” More present. More connected. More honest — with ourselves and with others. And what if not always “measuring up” is actually the most authentic way to reconnect with life? When we stop chasing an unattainable ideal, we finally begin to look at ourselves with new eyes: Eyes that don’t judge or evaluate, but welcome and understand. Eyes that are moved by our humanity. A new kind of freedom opens up when we drop the mask and stand honestly before ourselves. And right there, where we once felt “not enough,” we discover the possibility of a different kind of tenderness — not one that rewards achievement, but one that simply embraces us… because we exist. There’s nothing to prove. No score to reach. Just a life to live — one step at a time — with all our radiant imperfection. And so yes, we can say it clearly : Not always being at our best is a gift. A gift that lets us touch life with more lightness, with more gentleness, with more grace. And above all… with more joy.
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 14 luglio 2025
Nous vivons à une époque qui semble glorifier la vitesse, la productivité et l’efficacité comme des valeurs absolues. « Tu dois donner le meilleur de toi-même », « Tu dois t’améliorer », « Tu dois être le meilleur »... Ces phrases résonnent en nous depuis l’enfance, et elles continuent à faire écho dans notre esprit jour après jour. Une voix discrète mais insistante nous accompagne partout : au travail, dans nos relations, même lorsque nous faisons défiler distraitement les réseaux sociaux, inondés d’images de vies parfaites, de réussites éclatantes, de sourires impeccables. Cette pression constante d’être toujours « à la hauteur » nous conduit souvent à nous sentir inadéquats, car nous ne parvenons pas à maintenir ce rythme effréné ni ce niveau d’excellence que la société — et parfois nous-mêmes — exigeons. Nous finissons alors par croire que notre valeur dépend uniquement de notre perfor-mance: quand nous sommes au sommet, quand nous atteignons nos objectifs, quand nous ne faisons aucune erreur. Mais la vérité est toute autre : la vraie vie n’est ni une scène où jouer le rôle du parfait, ni une course où il faut impérativement arriver premier. La vraie vie est aussi faite de journées grises, de fatigues, de doutes et d’incertitudes. De moments où nous nous sentons fragiles, de chutes, et de recommencements. De ces instants où… on n’y arrive tout simplement pas. Et c’est très bien ainsi. Oui, c’est justement ainsi que cela doit être. La philosophie sempreunagioia nous invite à redécouvrir la beauté profonde de l’imperfection. Car c’est dans la fissure que la lumière pénètre. C’est là, précisément dans les endroits où l’on se sent le moins brillant, que naît une joie different-te: plus authentique, plus humaine, plus intime. Ne pas toujours être à la hauteur n’est pas une faute ni un manque : c’est une condition naturelle. Aucune fleur ne fleurit toute l’année. Aucune vague n’est toujours haute. Aucun cœur ne peut battre à son maximum sans jamais faire de pause. Reconnaître ses limites, accueillir sa vulnérabilité, est un acte d’amour envers soi-même. C’est une manière de se dire : « C’est bien de ne pas être parfait », « C’est bien d’être fatigué », « C’est bien d’être parfois en dessous de ses propres standards ». Dans une société qui nous pousse à être sans cesse performants, forts et efficaces, se montrer authentique et fragile est un véritable acte de rébellion. Dire à soi-même — et peut-être aussi aux autres — : « Aujourd’hui, je n’ai pas toutes les réponses, mais je suis là » ou « Je ne suis pas au meilleur de ma forme, mais je suis présent, de tout mon être » est une forme profonde de dignité intérieure et de liberté. La vraie joie, celle qui remplit le cœur et nous fait nous sentir vivants, n’a pas besoin de performance. Elle n’a pas besoin de masques ni de victoires apparentes. Elle fleurit dans les gestes simples de tendresse envers soi-même, dans les paroles douces qu’on se murmure, dans cette permission qu’on se donne de ralentir, de se tromper, de ne pas être parfait. Souvent, ce sont dans les jours de plus grande fragilité que nous apprenons les leçons les plus impor-tanttes: que nous pouvons nous accompagner même sans briller, que nous pouvons être aimés même dans le silence, que nous pouvons vivre pleinement même sans être au sommet. Accepter son imperfection, c’est revenir à la simplicité de la vie, à cette beauté spontanée qui n’a pas besoin de filtres ni de façades. C’est savoir savourer une étreinte, un instant de calme, un rire léger, même quand tout semble compliqué. C’est reconnaître que la valeur d’une personne ne dépend pas de ce qu’elle fait ou produit, mais simple-ment du fait qu’elle existe — avec toutes ses nuances. Peut-être que le vrai bonheur ne se conquiert pas par un bond parfait, mais se découvre en marchant, dans ces instants où l’on trébuche… et se relève avec le sourire. Peut-être que la joie la plus authentique naît précisément dans les jours où l’on se sent « moins »… et pourtant, on se permet d’être davantage. Davantage à l’écoute. Davantage en lien. Davantage en vérité avec soi-même et avec les autres. Et si ne pas être toujours à la hauteur était justement la manière la plus vraie de se reconnecter à la vie ? Quand on cesse de courir après un idéal inatteignable, on commence enfin à se regarder avec des yeux neufs: des yeux qui n’évaluent pas, ne jugent pas, mais accueillent et comprennent. Des yeux qui s’émeuvent devant notre humanité. Une nouvelle liberté s’ouvre lorsque l’on fait tomber les masques et qu’on se tient nu devant soi-même. Et c’est précisément là, où l’on se croyait « insuffisant », que l’on découvre la possibilité d’une tendresse différente — une tendresse qui ne récom-pense pas les résultats, mais qui nous étreint simplement… parce que nous existons. Il n’y a rien à prouver. Aucun score à atteindre. Seulement une vie à vivre, pas à pas, avec toute notre lumineuse imperfection. Et alors oui, on peut le dire: ne pas être toujours à la hauteur est un cadeau. Un cadeau qui nous permet de toucher la vie avec plus de légèreté, plus de douceur, plus de grâce. Et surtout…avec plus de joie.
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 14 luglio 2025
Vivimos en una época que parece celebrar la velocidad, la productividad y la eficiencia como valores absolutos. “Debes dar lo mejor de ti”, “tienes que superarte”, “tienes que ser el mejor”... Estas frases resuenan dentro de nosotros desde la infancia, y con los años se convierten en un eco constante en nuestra mente. Una voz sutil, pero insistente, que nos acompaña a todas partes: en el trabajo, en las relaciones, incluso cuando simplemente navegamos por las redes sociales, invadidos por imágenes de vidas perfectas, éxitos brillantes y sonrisas impecables. Ese sentimiento de tener que estar siempre “a la altura” nos lleva, muchas veces, a sentirnos insuficientes. Porque no conseguimos mantener ese ritmo exigente, ni ese nivel de excelencia que la sociedad —y muchas veces nosotros mismos— nos impone. Y así terminamos creyendo que solo valemos cuando estamos en nuestro mejor momento, cuando alcanzamos metas, cuando no cometemos errores. Pero la verdad es otra: la vida real no es un escenario donde actuar el papel del perfecto, ni una competencia donde siempre hay que ganar. La vida también está hecha de días torcidos, de cansancio, de dudas e incertidumbres. De momentos en los que nos sentimos frágiles, en los que caemos y nos volvemos a levantar. De momentos en los que simplemente... no podemos más. Y está bien. En realidad, está bien precisamente así. La filosofía sempreunagioia nos invita a redescubrir la belleza profunda de la imperfección. Porque es allí, en la grieta, donde entra la luz. Es allí, donde sentimos que brillamos menos, donde nace una alegría diferente: más verdadera, más humana, más nuestra No estar siempre a la altura no es una culpa ni una falta: es una condición natural. Ninguna flor florece todo el año. Ninguna ola permanece siempre alta. Ningún corazón puede latir al máximo sin detenerse nunca a descansar. Reconocer los propios límites, acoger la propia vulnerabilidad, es un acto de amor y de valentía hacia uno mismo. Es una forma de decirnos: “Está bien no ser perfectos”, “está bien estar cansados”, “está bien no llegar siempre". En una sociedad que nos quiere constantemente ganadores, eficientes y fuertes, mostrarnos auténticos y frágiles es un acto de rebeldía. Decir: “Hoy no tengo todas las respuestas, pero estoy aquí”, o “No estoy en mi mejor momento, pero me presento con todo lo que soy”, es una forma profunda de dignidad interior y libertad. La alegría verdadera, la que llena el corazón y nos hace sentir vivos, no necesita rendimiento. No necesita máscaras ni triunfos aparentes. Florece en los pequeños gestos de bondad hacia uno mismo, en las palabras de consuelo que nos decimos, en el permiso que nos damos para bajar el ritmo, para equivocarnos, para no estar en nuestra mejor versión. Muchas veces es en los días más frágiles donde aprendemos las lecciones más importantes: que podemos acompañarnos incluso sin brillar, que somos dignos de amor también en el silencio, que podemos vivir plenamente aunque no estemos en nuestro mejor estado. Aceptar la propia imperfección significa volver a la simplicidad de la vida, a esa belleza espontánea que no necesita filtros ni apariencias. Significa aprender a disfrutar de un abrazo, de un momento de calma, de una risa suave, incluso cuando todo parece difícil. Es reconocer que el valor de una persona no se mide por lo que hace o produce, sino simplemente por el hecho de que existe, con todas sus luces y sombras. Tal vez la verdadera felicidad no se alcanza con un salto perfecto, sino que se descubre en el camino, en esos momentos en los que tropezamos y nos levantamos sonriendo.Tal vez la alegría más auténtica nace justamente en los días en los que nos sentimos “menos”... pero nos permitimos ser “más”. Más presentes, más conectados, más sinceros con nosotros mismos y con los demás. ¿Y si no estar siempre a la altura fuera justamente el camino más verdadero para reconectar con la vida? Cuando dejamos de perseguir un ideal inalcanzable, empezamos al fin a mirarnos con ojos nuevos: ojos que no miden ni juzgan, sino que acogen y comprenden. Ojos que se emocionan ante nuestra humanidad. Una nueva libertad se abre cuando dejamos caer las máscaras y nos quedamos desnudos frente a nosotros mismos. Y justo allí, donde antes nos sentíamos “insuficientes”, descubrimos una ternura distinta, que no nos premia por lo que logramos, sino que simplemente nos abraza porque estamos aquí. No hay nada que demostrar, ningún puntaje que alcanzar. Solo una existencia que vivir, paso a paso, con toda nuestra luminosa imperfección. Y entonces sí, podemos decirlo con certeza: no estar siempre a la altura es un regalo. Un regalo que nos permite tocar la vida con más ligereza, con más dulzura, con más gracia. Y sobre todo... con más alegría.
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 14 luglio 2025
今の時代は、スピード、生産性、効率といったものが絶対的な価値としてもてはやされがちです。 「常にベストを尽くさなければならない」「もっと成長しなければ」「一番にならなければ」 ――そんな声が子どもの頃から私たちの中に響き続け、大人になってもなお毎日のように頭の中で反響しています。 その声はとても静かだけれど、しつこく、どこに行っても私たちについてきます。 仕事中も、人間関係の中でも、ぼんやりSNSを眺めているときでさえも。 そこには“完璧な人生”を送る人々、輝かしい成功、非の打ち所のない笑顔が溢れていて、私たちは思わず「自分は足りない」と感じてしまうのです。 「常に期待に応えなければ」という思い込みは、私たちにしばしば無力感をもたらします。 なぜなら、私たちは社会や自分自身が望むような、あの厳しいペースや完璧さを保ち続けることができないからです。 こうして私たちは、自分の価値は「完璧でいるとき」だけ、「目標を達成しているとき」だけ、「ミスをしないとき」だけにあるのだと思い込んでしまいます。 でも、本当のことは違います。 人生とは、完璧を演じる舞台ではありません。 競争でもなければ、成績表でもありません。 本当の人生とは、うまくいかない日、疲れ切った日、迷いや不安が渦巻く瞬間の集まりでもあります。 自分が弱く感じるとき、転んでしまうとき、でもまた立ち上がるとき。 そして何もできない、そんな瞬間もあるのです。 でも、それでいいのです。 むしろ、それがあるからこそ、美しいのです。 sempreunagioia の哲学は、 不完全さの中にある深い美しさ を再発見するよう私たちに語りかけます。 最初は「傷」に見えるようなひび割れにこそ、光が差し込むのです。 そしてそのひびの中から、これまで知らなかった、新しい、本物の、深い、そして“自分のもの”としての喜びが生まれてくるのです。 完璧とは、抽象的で、どこまでも追いつけない幻想にすぎません。 一方で、不完全であることは、私たちを人間らしくし、真実の自分へと導いてくれるのです。 常に理想どおりに生きられないのは、罪でもなければ、劣っているわけでもありません。 それは自然で当たり前のことです。 一年中咲き続ける花はありません。 常に高く波打つ波もありません。 ずっと休まずに打ち続けられる心臓も存在しません。 自分の限界を知り、弱さを受け入れることは、勇気であり、自分自身への優しさです。 「完璧じゃなくても大丈夫」「ちょっと疲れていても大丈夫」「今は自分らしくなくてもいい」 ―― そうやって、自分にやさしく語りかけることは、とても大切な生き方です。 勝ち続けること、効率よく生きることを求められるこの社会の中で、 ありのままの自分をさらけ出すことは、勇気ある“反逆”の行為 です。 「今日は全部の答えを持っていないけれど、ここにいるよ」 「今は絶好調じゃないけど、心はちゃんとここにあるよ」 そう言えることは、何よりも高貴で、自由な在り方です。 本当の喜びは、パフォーマンスなんて必要としません。 仮面も、偽りの勝利も、いりません。 それは、ふとしたやさしさの中に咲くのです。 自分自身への思いやり、許し、そして完璧じゃない自分を受け入れるその姿勢にこそ、喜びは宿ります。 ときには、心がいちばん脆く感じるときこそ、大切なことを学ぶチャンスかもしれません。 自分の輝きがなくても、自分に寄り添えること。 沈黙の中でも、愛される価値があること。 そして、ベストでない日でも、十分に“生きている”ということ。 自分の不完全さを受け入れることは、人生をもっとシンプルにしてくれます。 飾らず、自然な美しさを見つめ直すことなのです。 複雑な状況の中でも、ふとしたハグや、静かな時間、軽やかな笑いの中に幸せを感じること。 人の価値は、成し遂げたことや生産性で測るものではありません。 その人が「今ここにいる」――ただそれだけで、十分に意味があるのです。 もしかすると、本当の幸せとは、一気に駆け上がるような成功ではなく、 つまずいたとき、笑ってまた立ち上がるその一歩の中にあるのかもしれません。 本物の喜びとは、「足りない」と感じる日こそ芽生えるのかもしれません。 なぜなら、そんな日にこそ私たちは、「もっと深く聴く」「もっと心をつなぐ」「もっと真実でいる」という“豊かさ”を選べるからです。 「常に完璧である必要なんてない」――そう思えることこそが、人生と本当に触れ合える生き方なのかもしれません。 手の届かない理想を追いかけるのをやめたとき、 ようやく、私たちは自分自身を 新しい目 で見つめることができます。 評価や判断ではなく、受け入れと共感のまなざし。 人間らしさに心打たれる、あたたかな眼差し。 仮面を外して、自分自身の前に素直に立ったとき、そこには新しい自由が広がっています。 「私は足りない」と思っていた場所にこそ、 成績や結果では得られない、やさしい温もりがあります。 それは、ただ“存在する”だけで抱きしめてくれるような、深い愛です。 私たちに証明すべきことなんて、何もありません。 目指すべき点数もありません。 あるのはただ、一歩ずつ進む人生だけ。 この輝く不完全さとともに、生きるだけ。 だからこそ、こう言えるのです。 「いつも完璧でいられないこと」は、実はギフトなのだと。 それは、私たちにもっと軽やかに、もっとやさしく、もっとしなやかに生きることを許してくれる贈り物。 そして何よりも―― もっと“よろこび”とともに生きるための贈り物なのです。
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 14 luglio 2025
我们生活在一个看似颂扬速度、效率和生产力的时代。 “你必须做到最好”、“你必须不断进步”、“你必须成为最优秀的”——这些话从我们年幼时就在耳边回响,如今更是每天回荡在脑海中。 那是一种细微却持续不断的声音,跟随着我们走进工作、关系,甚至在我们无意识地滑动社交媒体时也在耳边响起,那些看似完美人生、耀眼成就与灿烂笑容的影像仿佛在提醒我们:还不够。 这种“必须时刻达到标准”的信念,常常让我们感到自己不够好,因为我们无力维持这种高强度、高水准的生活节奏——无论是社会要求的,还是我们自己设定的。 于是我们渐渐相信,只有在最出色的时候才有价值:达成目标、不出差错、始终闪耀。 然而,真相却恰恰相反:真实的生活并不是一个展示完美的舞台,也不是一场非赢不可的比赛。生活也包括混乱的日子、疲惫的时刻、疑惑与不确定的阶段,也包括我们感到脆弱、跌倒、又重新站起来的时分。 而这,一切都没关系。 不,应该说:这恰恰才是生活真正的样子。 sempreunagioia 哲学教导我们去重新发现“不完美”深藏的美好。 正是在裂缝中,光线才得以照进来。 正是在那些我们觉得自己不够闪亮的地方,诞生了另一种喜悦——更真实、更深刻,更贴近我们内心的那种。 因为“完美”是一个抽象且无法实现的理想,而“缺憾”才使我们成为真正的人,成为真实的自己。 不能永远完美,并不是一种错误或缺陷,而是生命自然的一部分。 没有哪朵花能整年盛开;没有哪一波浪潮始终高涨;没有哪颗心脏可以永不停歇地跳动而不需要休息。 认识自己的极限,接纳自己的脆弱,是一种勇气,也是一种对自己的爱。 这是一种温柔的对话,在说:“不完美,也没关系;有点疲惫、有点不确定、有点偏离自己理想状态,也没关系。” 在一个要求我们永远强大、永远高效的社会中,敢于展示真实与脆弱,是一种真正的反叛。 对自己说出——也许也对别人说出:“今天我没有所有的答案,但我在这里。” 或者:“我状态并不完美,但我全心全意地在这里。” 这是一种深刻的尊严与内在的自由。 真正的喜悦,不需要表演。 它不需要假面,不需要虚假的胜利。 它生长在对自己的温柔里,在我们给予自己的安慰之中,在我们允许自己慢下来、犯错、不完美的时刻中。 往往是在我们感到最脆弱的日子里,我们学会了最重要的事: 我们可以陪伴自己,即使不够闪耀; 我们值得被爱,即使沉默无声; 我们可以活得完整,即使不在最佳状态。 接纳自己的不完美,就是回归生活的本质:回到一种无需滤镜、无需包装的天然美。 是学会享受一个拥抱、一个安静的瞬间、一阵轻松的笑声,即使一切看起来都很混乱。 是明白,一个人的价值,不取决于他做了什么、取得了什么,而仅仅因为他真实地存在——有着他所有的色彩与阴影。 也许,真正的幸福,不是靠一次完美的冲刺获得的,而是在跌倒后带着微笑站起来的过程中被发现的。 也许,最真挚的喜悦,恰恰出现在那些我们感觉“不足”的日子里…… 但正是在这些日子里,我们允许自己变得更多—— 更多地倾听,更多地连接,更多地真实地与自己和他人相处。 如果“不是每时每刻都表现出色”,恰恰是我们重新找回生活触感的方式呢? 当我们不再追逐那些无法实现的理想,我们终于能够用新的眼光看待自己: 不是批判,不是评估,而是接纳与理解。 是用会被人性感动的眼睛来看自己。 当我们放下面具,赤裸地面对真实的自己,一种全新的自由会悄然展开。 而正是在那些我们觉得“自己不够好”的地方,我们发现了另一种温柔: 一种不靠成绩奖励的温柔,只因我们存在而给予的拥抱。 我们不需要去证明什么,也没有必须达成的分数。 我们需要的,只是去生活,一步一步地,用我们发着光的不完美。 那么,是的,我们可以说: 不总是完美,其实是一份礼物。 这份礼物让我们更轻盈地触摸生命, 更温柔地拥抱自己, 更优雅地前行, 最重要的是……带着更多的喜悦。
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 8 luglio 2025
喜悦是指引:寻找内在的归途 「喜悦不是终点,而是活在每一个当下的方式。」 —— Sempreunagioia 在每个人的一生中,都会有一个时刻,我们停了下来。 那未必是戏剧性的瞬间。有时只是两次呼吸之间的寂静,是两个念头之间的空白。 而在那片暂停的空白中,心会悄悄地问: 「你真的感到快乐吗?」 我们不断追逐成果,堆积责任,把待办事项像硬币一样数着。而在这个过程中,我们常常把“轻盈”遗忘在某个角落。 但那真正的轻盈 —— 来自内在深度、而非表面轻浮 —— 正是 喜悦的姐妹 。 喜悦是一种选择 ,不是终点线的奖赏。 它是一种视角,一种姿态,是对这个沉重世界的温柔反叛。Sempreunagioia 的哲学并不承诺生活总是轻松顺遂, 但它邀请我们用新的眼光看待世界,教我们不要等一切完美才去微笑、去跳舞、去爱。它鼓励我们,即使在阴郁的日子里,也以觉知和温柔活着,因为即使在风雨中 也总有一颗光的种子在等待发芽 。真正的喜悦不在外在的掌声和成就中, 它藏在那些 充满意义的细微时刻 :清晨一杯静静喝下的咖啡; 一个知己的目光;在学会原谅自己的那一刻,轻轻放在胸口的那只手。 每一个用心的动作,都可以成为一则无声的感恩祈祷。可我们常常忘了这一切。 清晨睁眼,首先想到的不是「今天我要快乐」, 而是:「我该做什么?」「我还缺什么?」「哪里又出了问题?」我们总是把喜悦放在清单的最后。但其实,它应当被放在最前面。我们应当问自己: 「今天,我能为所做的每一件事带去一点喜悦吗?」 即使在最黑暗的时刻,喜悦也并未消失——它只是像阳光一样,暂时藏在了云层之后。 而恰恰是在那些时刻, 去寻找喜悦,是一种勇气,也是爱的表达 。有人说,喜悦是逃避现实。但我们知道,事实正好相反:喜悦让我们扎根于当下,让我们清醒、柔软,更加人性。它让我们在失望中依然敞开心扉,让我们明白:每一道伤口,也可以是通往更深灵魂的入口。人生如潮汐起落。我们无法阻止海浪,但我们可以 学着在浪花之上起舞 ,张开心,像风中的帆一般。当你迷失方向、感到混乱时, 请相信你内在的指引 —— 那罗盘总是指向内心真正的安宁, 而那,正是喜悦所在的方向. 「让喜悦的轻盈托起你, 跟随心跳的节奏,飞得更高。」 —— Sempreunagioia 或许一切的答案,就是每天重新选择回到自己内心最真实的地方。那部分我们自己,会因小事而感动,不求展示,却能看到美, 即使在看似荒芜之处,也能感受到希望和生命。 我们的任务,不是去追逐幸福, 而是为它腾出空间。 停下来吧。深呼吸。 问问自己:「什么真正让我心动?什么滋养了我的灵魂? 如果我不再害怕,我会如何生活?」因为最后你会发现: 喜悦从不在外界,它就是你心灵的家,而每当你想起回家的路,它就在那里等你。 如果有一天,你开始怀疑自己在世界上的位置, 请记住这一点: 你的归属,就是你带来光的地方;你能爱人的地方;你用心选 的每一个地方, 都是 Sempreunagioia 所在的地方。
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 8 luglio 2025
喜びという羅針盤:自分の内側にある道を見つける 「喜びはゴールではなく、あらゆる瞬間を生きるためのあり方だ。」 — Sempreunagioia 人生には、ふと立ち止まる瞬間があります。 それは必ずしも劇的な出来事ではありません。ただ、二つの呼吸のあいだ、思考と思考の隙間に訪れる、小さな静寂。 そのわずかな間に、心がそっとささやくのです: 「私は本当に幸せだろうか?」 私たちは日々、成果を追いかけ、責任を積み上げ、やるべきことを数えながら生きています。 そして、気づかぬうちに「軽やかさ」をどこかに置き忘れてしまうのです。 でも、その軽やかさ──表面的な軽さではなく、深みから生まれる本物の軽やかさこそが、 喜びの姉妹 なのです。喜びは、レースの勝者に与えられる報酬ではありません。 自ら選ぶもの 。視点であり、内なる姿勢であり、重苦しい世界に対する静かな反逆でもあります。Sempreunagioia の哲学は、「人生はいつも簡単である」とは言いません。 でも、「どんな日でも、ものの見方を変えることはできる」と教えてくれます。 完璧な日を待つのではなく、今この瞬間から、 笑い、踊り、愛する ことを選ぶ勇気を持つようにと。曇りの日にも、優しさをもって生きること。 うまくいかないときにも、深呼吸して今に戻ること。 そこには、見えないけれど確かに存在する 小さな光の種 があるのです。喜びは、目立つ成功や大きな拍手の中にはありません。 意味のある小さな瞬間の中にあるのです 。 ゆっくりと飲む朝のコーヒー。 見つめあうまなざし。 自分を許すとき、胸にそっと手を置くあの仕草。 心を込めた行動は、それだけで感謝の祈りになります。でも、私たちは忘れてしまう。朝起きて最初に考えるのは、「今日は幸せになろう」ではなく、 「今日は何をしなくてはいけないか」「何が足りないか」「何がダメなのか」。喜びは、いつもリストの最後に追いやられています。 でも、本当は一番最初に置くべきもの。 「今日はどうやってこの1日に喜びを吹き込めるだろう?」 そう自分に問いかけてみましょう。どんなに暗いときでも、喜びは消えていません。 ただ、雲の裏に隠れているだけ 。 だからこそ、見つけにいくこと──それは、勇気であり、愛でもあるのです。「喜びなんて現実逃避だ」と言う人もいます。 けれど、私たちは知っています。 本物の喜びこそが、私たちを今この瞬間に根づかせ、目覚めさせ、もっと人間らしくしてくれるのだと。 人生は波のように移ろいます。 潮の流れを止めることはできませんが、 波の上で踊ることはできます 。 心を風に向けて開きながら──それが、Sempreunagioia の生き方です。迷ったとき、不安になったとき、心の奥を静かに見つめてみましょう。誰にも害を与えず、自分を穏やかにしてくれる方向。 そこにこそ、喜びという羅針盤が示す道があります .「喜びの軽やかさに身をゆだねて、心の鼓動に導かれ、高く舞い上がろう。」 — Sempreunagioia きっと、すべてはここに帰着します。 毎日、もう一度、自分自身の本質へと戻ること。 驚くことを忘れない子どものような心。 誰に見られなくても美しさを見つけられる目。 何もないように見える場所にこそ、花が咲くことを知っている感性。 たちの役目は、幸せを追いかけることではありません。 それが入ってくるためのスペースを作ることなのです。 だから、止まりましょう。息をして、静かに尋ねてみてください。 「何が私の魂を震わせるのか? 私は、恐れがなかったらどんなふうに生きるだろう?」そうして気づくのです。 喜びは外にはない。 喜びは私たちの内にある家。 そこへ帰る道を思い出すたびに、喜びは私たちを待っているのです。 そして、もしある日、自分の居場所が分からなくなったら── こう思い出してください。 あなたの居場所は、光をもたらすところすべて。 あなたが愛せるところすべて。。あなたが心から選ぶ場所すべてが、 Sempreunagioia のある場所なのです
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 8 luglio 2025
La Alegría como Brújula: Volver al Camino Interior "La alegría no es una meta, sino una forma de vivir cada instante." — Sempreunagioia Hay un momento, en el silencio de toda vida, en el que uno se detiene. No siempre es un momento dramático. A veces es solo una pausa imperceptible entre dos respiraciones, entre un pensamiento y otro. Y en ese instante suspendido, el corazón susurra: “¿Eres realmente feliz?” Vivimos corriendo tras resultados, acumulando responsabilidades, contando tareas como si fueran monedas. Y mientras tanto, perdemos la ligereza. Pero la ligereza —la verdadera, la que nace de la profundidad y no de la superficialidad— es hermana de la alegría. Y elegir la alegría es una revolución silenciosa. Sí, porque la alegría es una elección , no un premio que se gana al final del camino. Es una forma de mirar, una actitud interna, una suave rebeldía ante la pesadez del mundo. La filosofía de Sempreunagioia no promete una vida siempre fácil. Pero nos invita a mirarla con nuevos ojos , a dejar de esperar que todo sea perfecto para permitirnos sonreír, bailar, amar. Nos enseña a vivir incluso los días nublados con presencia y ternura, porque incluso allí, una semilla de luz es posible . La alegría no habita en los ruidos de los logros externos, sino en la intimidad de un instante lleno de sentido : un café por la mañana tomado con calma, una mirada cómplice, una mano sobre el pecho cuando aprendemos a perdonarnos. Cada gesto, si lo hacemos con presencia, puede convertirse en una oración silenciosa de gratitud. Y sin embargo, lo olvidamos. Nos despertamos por la mañana y nuestro primer pensamiento no es: “Hoy quiero ser feliz”, sino más bien: “¿Qué tengo que hacer?”, “¿Qué falta?”, “¿Qué va mal?” Colocamos la alegría al final de la lista, cuando en realidad debería ir al principio. Y si, en vez de esperarla, nos preguntáramos: “¿Cómo puedo llevar alegría a lo que haga hoy?” Incluso en nuestros momentos más oscuros, la alegría no desaparece — simplemente se esconde, como el sol detrás de las nubes. Y es justamente en esos días donde buscarla se convierte en un acto de valentía , o tal vez, de amor. Algunos creen que la alegría es una forma de escapar de la realidad. Pero sabemos que es lo contrario: la alegría nos ancla al presente, nos despierta, nos hace más humanos. Es la alegría la que nos permite mantenernos abiertos incluso cuando la vida nos decepciona. Nos recuerda que cada herida puede volverse una puerta hacia una mayor profundidad. La vida es un mar de olas. No podemos detener la marea, pero sí podemos aprender a bailar sobre el agua , con el corazón abierto como velas al viento. Y cuando nos sintamos perdidos, sin rumbo, siempre podemos confiar en nuestra brújula interior: esa que señala hacia lo que nos da paz sin dañar a nadie. Esa que indica el camino de la alegría. "Déjate llevar por la ligereza de la alegría, y vuela alto siguiendo el latido de tu corazón." — Sempreunagioia Quizás todo se reduce a esto: elegir, cada día, volver a uno mismo. Volver a nuestra parte más auténtica, esa que aún sabe maravillarse, que no necesita mostrarse, que ve belleza incluso donde parece no haber nada. Nuestro trabajo no es perseguir la felicidad, sino hacerle espacio. Así que, detente. Respira. Pregúntate qué te hace vibrar de verdad, qué alimenta tu alma, quién eres cuando ya no tienes miedo. Porque al final, la alegría no está fuera de ti. Es tu hogar. Y te espera cada vez que recuerdas cómo volver. Y si algún día te preguntas cuál es tu lugar en el mundo, recuerda esto: Tu lugar está donde llevas luz. Donde eres capaz de amar. Donde eliges, profunda y plenamente, Sempreunagioia.
Autore: Sergio Cosentino & Cinzia Scarpa 8 luglio 2025
La Joie comme Boussole : Retrouver le Chemin en Soi "La joie n’est pas un but à atteindre, mais une façon de vivre chaque instant." — Sempreunagioia Il arrive un moment, dans le silence de chaque vie, où l’on s’arrête. Ce n’est pas toujours un moment dramatique. Parfois, ce n’est qu’une pause imperceptible entre deux respirations, entre deux pensées. Et dans cet instant suspendu, le cœur murmure : « Es-tu vraiment heureux ? » Nous vivons en courant après des résultats, en accumulant les responsabilités, en comptant les tâches comme on compterait des pièces. Et dans cette course, nous perdons souvent la légèreté. Mais la légèreté — la vraie, celle qui naît de la profondeur et non de la superficialité — est la sœur de la joie. Et choisir la joie, c’est une révolution silencieuse. Oui, car la joie est un choix , pas une récompense qu’on reçoit à la fin d’une course. C’est un regard sur le monde, une posture intérieure, une douce rébellion contre la lourdeur de l’existence. La philosophie de Sempreunagioia ne promet pas une vie toujours facile. Mais elle nous invite à regarder autrement , à ne plus attendre que tout soit parfait pour nous autoriser à sourire, à danser, à aimer. Elle nous apprend à vivre même les jours gris avec présence et tendresse, car même dans la tempête, une graine de lumière est possible . La joie ne vit pas dans le bruit des réussites extérieures, mais dans l’intimité d’un instant plein de sens : un café du matin savouré lentement, un regard complice, une main posée sur le cœur quand on apprend à se pardonner. Chaque geste, s’il est habité, devient une prière silencieuse de gratitude. Et pourtant, on oublie. On se lève le matin, et notre premier réflexe n’est pas : « Aujourd’hui, je choisis d’être heureux », mais plutôt : « Qu’est-ce que je dois faire ? », « Qu’est-ce qui ne va pas ? » On place la joie tout en bas de la liste, alors qu’elle devrait en être le début. Et si, au lieu d’attendre qu’elle vienne, on se demandait : « Comment puis-je apporter de la joie dans ce que je fais aujourd’hui ? » Même dans nos moments les plus sombres, la joie ne disparaît pas — elle se cache, comme le soleil derrière les nuages. Et c’est précisément dans ces moments-là que la chercher devient un acte de courage , ou peut-être même un acte d’amour. Certains pensent que la joie est une fuite de la réalité. Mais nous savons que c’est le contraire : la joie nous ancre dans le présent, nous réveille, nous rend plus humains. C’est elle qui nous permet de rester ouverts, même quand la vie nous blesse, qui nous rappelle que chaque douleur peut devenir une porte vers plus de profondeur. La vie est faite de vagues. On ne peut pas arrêter la marée, mais on peut apprendre à danser sur l’eau , le cœur grand ouvert comme une voile offerte au vent. Et quand on se sent perdu, sans direction, on peut toujours revenir à cette boussole intérieure — celle qui pointe vers ce qui nous apaise sans nuire à personne. Celle qui indique la joie. "Laisse-toi porter par la légèreté de la joie, et élève-toi en suivant le rythme de ton cœur." — Sempreunagioia. Peut-être que tout est là, au fond : choisir, chaque jour, de revenir à soi. À notre part la plus vraie, celle qui s’émerveille encore, qui n’a pas besoin d’être applaudie, qui voit la beauté même là où elle semble absente. Notre rôle n’est pas de courir après le bonheur, mais de lui faire de la place. Alors arrêtons-nous. Respirons. Demandons-nous ce qui nous fait vibrer, ce qui nourrit notre âme, qui nous sommes quand nous n’avons plus peur. Car au fond, la joie n’est pas à l’extérieur de nous. Elle est notre maison. Et elle nous attend, chaque fois que nous nous souvenons comment y revenir. Et si un jour tu te demandes quelle est ta place dans ce monde, souviens-toi : Ta place est partout où tu apportes de la lumière. Partout où tu es capable d’aimer. Partout où tu choisis, pleinement et profondément, Sempreunagioia.
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